Due dittature di segno contrario si contendono l’Occidente, una volta cristiano.
Le conseguenze in Occidente della situazione in Afghanistan
Mentre gli italiani sono impegnati a godersi le vacanze, schivando virus e “green pass”, sono in molti quelli che sottovalutano il rischio che incombe sull’Occidente. L’epilogo della vicenda afghana, infatti, non può lasciarci indifferenti, perché le conseguenze di ciò che sta accadendo in Afghanistan presto potremmo viverle sulla nostra pelle.
Se una ondata di migranti si prepara a sommergere l’Europa in ritirata strategica, alla CNN un capo Talebano annuncia che “la Jihad arriverà non solo in Afghanistan, ma in tutto il mondo. Non abbiamo fretta. Crediamo che un giorno arriverà. La jihad non finirà fino all’ultimo giorno”.
Mentre – come afferma Giulio Meotti – la presa di Kabul sarà un tornado per l’Islam radicale in tutto il mondo, in Occidente, nel cosiddetto “mondo libero”, tira un’aria malsana di tradimento e spossatezza.
La competizione tra civiltà islamica e civiltà cristiana
Il filosofo francese Michel Onfray nel suo recente libro “L’Art d’être français” parla di questione islamica. Afferma Onfray, che: “La realtà dimostra che Samuel Huntington aveva ragione. Huntington sostiene che i blocchi di civiltà sono prima di tutto blocchi di spiritualità: l’induismo in India, l’animismo in Africa, il confucianesimo in Cina, il giudeo-cristianesimo in Europa, la umma dei musulmani…”. “La civiltà islamica ha un progetto in competizione con la civiltà giudaico-cristiana europea. Lavora per una disintegrazione della nostra area culturale con il contributo degli islamogoscisti”.
Onfray afferma drammaticamente la fine della nostra civiltà: “Dopo duemila anni, – sostiene Onfray – il giudeo-cristianesimo ha fatto il suo tempo. Come con qualsiasi organismo vivente, arriva l’ora della morte. La nostra civiltà sta volgendo al termine. L’edificio giudaico-cristiano è aggredito come termiti nel quadro di una cattedrale. Arriva il giorno in cui la struttura in legno dell’edificio si sgretola in polvere”.
Due regimi si contendono la conquista dell’Occidente
In tale contesto, sono due i regimi di segno contrario, paradossalmente complici, che si contendono la conquista dell’Occidente, una volta cristiano.
La civiltà occidentale, difatti, è minacciata non soltanto dalla conquista culturale e religiosa annunciata dall’Islam radicale, ma anche da una dittatura insinuatasi subdolamente e a piccoli passi, nella società occidentale sempre più scristianizzata, generando al suo interno, un sistema di controllo, persuasione ed emarginazione non meno pericoloso e allarmante di quello dei talebani. È la dittatura del pensiero unico politicamente corretto.
Tale dittatura è funzionale alla prima, perché ha lo scopo di demoralizzare l’Occidente, eliminando eventuali reazioni identitarie.
La dittatura per politicamente corretto
Significativo al riguardo è quanto afferma il prof. Marco del Giudice, intervistato dal prof Luca Ricolfi:
“lo scopo del politicamente corretto è modificare la realtà, e il controllo del linguaggio serve solo e unicamente in quanto strumento per incidere sulla realtà. La manifestazione più ingenua di questo atteggiamento è l’idea che si possa modificare la natura delle cose semplicemente cambiando il modo in cui se ne parla. Bollare certe parole e idee come tabù o introdurre significati alternativi di parole comuni restringe lo spazio della discussione, rende impossibile esprimere critiche e dissenso, e in questo modo apre la strada a riforme istituzionali e legislative via via più radicali, in cui ogni passo giustifica quello successivo. Tutto questo viene fatto in nome di ideali nobili come “rispetto”, “dignità” e “uguaglianza”. Il politicamente corretto è difficile da contrastare proprio perché sfrutta l’empatia e l’altruismo delle persone (facendole sentire allo stesso tempo “dalla parte giusta della storia”) e mette i critici nella posizione di sembrare insensibili, irrispettosi e intolleranti.
L’Occidente minacciato
Se, dunque, da una parte l’Occidente è minacciato dall’Islam radicale, che intende applicare la sharia, la legge coranica, in cui le donne sono sottoposte a un regime di segregazione e violenza, non possono lavorare all’esterno delle mura domestiche, fatta eccezione per alcuni medici e infermiere, devono essere accompagnate da un mahram, un parente maschio, per uscire di casa, hanno l’obbligo di indossare il burqa, un velo integrale che copre anche il viso, sono frustate se indossano sandali e il dissenso alla sharia è punito con la morte; dall’altra l’Occidente è minacciato dalla dittatura del pensiero unico politicamente corretto.
Quest’ultima rivoluzione culturale è centrata soprattutto sulle questioni etniche e razziali, ma estesa anche a quelle di genere e agli altri temi del movimento. Tali temi vanno sotto le denominazioni di “wokeness”, “social justice”, “intersectionality”, eccetera. In tale contesto l’autocensura, il conformismo e la “cancel culture” stanno diventando la norma; sta diventando impossibile parlare apertamente della realtà (anche di cose banali come il fatto che esistono due sessi biologici), bambini e ragazzi vengono educati a vivere la società come un gigantesco teatro di oppressione e guardare il mondo solo attraverso le lenti deformanti dell’identità razziale e di genere.
Il corpo sociale non ha più punti di riferimento
Tale dittatura cha ha nel relativismo la sua base, depotenzia qualsiasi identità, indebolendo il corpo sociale che non ha più punti di riferimento certi.
Al corpo sociale, sempre più demoralizzato e stanco, soggiogato dal sonno della ragione, sono elargiti pretesti di distrazione di massa. La conseguenza è un popolo ormai incapace di reagire se non di pancia, sottomesso al pensiero unico.
Serve una reazione pensata.
Se, infatti, i cosiddetti benpensanti, invece di omologarsi al pensiero unico politicamente corretto, comprendessero dove sta volgendo la nostra civiltà si guarderebbero bene dal dare spazio a leggi come il ddl Zan, l’eutanasia, l’indottrinamento gender nelle scuole, o lo ius soli, che sono tutte funzionali alla variazione del tema rivoluzionario e mirano alla decostruzione e alla morte della nostra civiltà demoralizzandola ulteriormente. Si preoccuperebbero, al contrario, di favorire la riscoperta delle radici cristiane dell’Europa e dell’Occidente, per poter fronteggiare spiritualmente, culturalmente e politicamente le minacce interne e esterne che incombono sulla nostra ormai stanca civiltà, una volta cristiana.
Se La Terra sta cosi, guardiamo al Cielo, perché di La arriva la salvezza!